lunedì 6 luglio 2009

Ddl sicurezza, appello: Presidente non firmi

Amnesty International invita il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a non controfirmare il ddl sicurezza appena approvato, che secondo l'organizzazione ''minaccia i diritti umani''.
''Se entrerà in vigore, la legge rappresenterà una minaccia per i diritti umani degli immigrati e dei richiedenti asilo e aumenterà la discriminazione nei confronti dei Rom e dei Sinti'', sottolinea in un comunicato David Diaz-Jogeix, vice direttore di Amnesty International per l'Europa e l'Asia centrale.
L'organizzazione con sede a Londra invita il capo dello Stato a rinviare il ddl, approvato giovedì dal Senato, alle Camere. ''Il presidente Napolitano ha l'opportunità di fermare questa legge che potrebbe violare i diritti umani in Italia'', spiega Diaz-Jogeix.
La federAzione "Rom e Sinti Insieme" invita tutti a scrivere al Presidente della Repubblica il seguente messaggio:

Signor Presidente, nei giorni scorsi è stato approvato dal Parlamento italiano il ddl sicurezza. In questi giorni il dibattito è molto aspro perché alcune norme contenute nel dispositivo legislativo discrimineranno i Cittadini italiani che appartengono alle minoranze sinte e rom perché abitano in beni mobili come roulotte, casemobili, carovane (http://sucardrom.blogspot.com/2009/02/ddl-sicurezza-una-schedatura-di-massa.html), e non solo loro (http://sucardrom.blogspot.com/2009/02/anche-tu-puoi-diventare-un-senza-fissa.html).
Inoltre, sempre nel dispositivo di legge sono presenti norme che minacciano i diritti umani degli immigrati e dei richiedenti di asilo, come denunciato da molte organizzazioni internazionali.
Per questa ragione Le chiediamo di non firmare il dispositivo di legge e di conseguentemente chiedere al Parlamento un’ulteriore approfondimento per modificare le norme contenute.

Il messaggio può essere inviato con
- una e-mail a questo indirizzo: https://servizi.quirinale.it/webmail/;
- un fax a questo numero: 06 46993125;
- una lettera a questo indirizzo: Presidente della Repubblica, Palazzo del Quirinale, 00187 Roma.

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