lunedì 5 marzo 2012


L’ULTIMA DI MONTI:
RICONOSCERE I ROM COME “MINORANZA NAZIONALE


Riconoscere i Rom come «minoranza nazionale»: è uno degli impegni principali assunti dal Governo italiano per il biennio 2012-2013 e contenuti nella Strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti approvata venerdì scorso in Consiglio dei ministri. Un Piano che riceve il plauso dell’Unhcr, in passato fortemente critica nei confronti delle politiche italiane nei confronti dei Rom.


La notizia dell’ok governativo è stata data oggi dal ministro per l’Integrazione e la Cooperazione, Andrea Riccardi, nel corso di un’audizione nel Comitato Schengen. Il ministro ha spiegato che il «Piano Rom» è stato «salutato con interesse dall’Unione europea» e che il commissario Ue Viviane Reding era «innervosito dalla politica italiana verso i Rom». D’altronde l’Europa imponeva ai Paesi membri di delineare la loro strategia sui Rom entro il 2011, e quindi l’Italia arriva in extremis. Quattro gli assi principali di intervento sui quali poggia il Piano nazionale italiano: scuola, lavoro, casa e diritto alle cure.

Su questi pilastri si fonderà nei prossimi anni l’attività di inclusione di Rom, Sinti e Camminanti, «superando definitivamente – si legge nel documento – la fase emergenziale che, negli anni passati, ha caratterizzato l’azione soprattutto nelle grandi aree urbane». Il ministro per la Cooperazione e l’Integrazione dovrà costruire, di concerto con i ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’Interno, della Salute, dell’Istruzione e della Giustizia, una cabina di regia delle politiche dei prossimi anni, coinvolgendo le rappresentanze degli Enti regionali e locali, compresi i sindaci di grande aree urbane e le stesse rappresentanze delle comunità Rom, Sinti e Camminanti presenti in Italia.

Una delle novità è infatti, oltre alla definizione di un disegno di legge governativo per il riconoscimento dei Rom come minoranza nazionale, la «sperimentazione di un modello di partecipazione delle comunità Rom e Sinte ai processi decisionali che li riguardano». Ancora, è prevista l’attivazione – mediante l’utilizzo delle risorse provenienti dalla trascorsa «emergenza commissariale» connessa agli insediamenti delle comunità Rom nelle regioni Campania, Lombardia, Lazio, Piemonte e Veneto e ad oggi ancora non impegnate – di appositi «Piani locali per l’inclusione sociale delle comunità Rom», che individuino nuovi interventi di inclusione da programmare e realizzare sperimentalmente.

IL Piano prevede anche la costituzione di gruppi di lavoro per esaminare le problematiche inerenti al riconoscimento giuridico dei Rom provenienti dalla ex Jugoslavia e la definizione di percorsi e soluzioni per superare la cosiddetta «apolidia di fatto». Ancora, si prevede l’attivazione presso l’Unar (ufficio nazionale Antidiscriminazioni razziali) della rete nazionale di osservatori e centri territoriali antidiscriminazione in almeno il 50% dei territori regionali, della banca dati e del sistema informatizzato di monitoraggio dei fenomeni di discriminazione nei media.


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